le origini del mio maggiolino volkswagen

Pubblicato il 19 Lug 2006


le origini del mio maggiolino volkswagen Le origini del mio Maggiolino


Guidare il maggiolino è stato uno dei sogni ( realizzato) di mio padre.
Un desiderio che ha origini lontane nel tempo e che ci portano ai tempi della sua giovinezza che poi furono quelli della guerra. Fu in quel triste periodo che lui, giovane aviere di stanza al campo di volo di Monserrato vide per la prima volta la Wolkwagen in grigio verde.
Si trattava di una kubelwagen, l'auto d'ordinanza tuttofare degli alleati tedeschi, impegnati con gli italiani in quegli anni contro gli inglesi in cruente battaglie per mare e nei cieli. Negli aereoporti basati nei pressi di Cagliari l'attività era febbrile e le misioni di caccia e aereosiluranti sono entrate nella storia. Mio padre Cesare , classe 1921 era addetto ai rifornimenti negli aerei e spesso era in contatto con i militari germanici che schieravano una squadriglia di magnifici messerschmitt me.109, caccia pilotati da alcuni fra i più affermati assi del reich.Molti militari tedeschi erano sistemati anche a Sinnai, il paese di mio padre , a 10 km. dall'aereoporto.
Lui ovviamente si spostava in bicicletta. Circa una mezzora di vigorose pedalate erano necessarie per coprire il tragitto.La cosa era più che normale. Tutti andavano in bici e ora con il razionamento e la crisi generale bisognava anche far attenzione e quindi risparmiare il più possibile copertoni e relative camere d'aria, divenute introvabili e quindi preziosissime.
Cesare in quello era fortunato. Era riuscito ad accaparrarsi in tempi non ancora divenuti critici una bici militare in uso al corpo bersaglieri ciclisti. La bici era abbastanza pesante e in tempo di pace non era molto ambita, tant'è che si trovava in vendita a prezzi da realizzo.Questa Bianchi, concepita per essere indistruttibile aveva le gomme piene, proprio per evitare le allora frequentissime forature.Cio la rendeva più sconfortevole e lenta delle consorelle civili..: ma ora queste erano per gran parte ferme, causa mancanza di gomme valide, e la bici dei bersaglieri quindi si riprendeva la sua rivincita nelle strade di tutti i giorni. Ora bisognava tenerla bene in vista e legata a un palo,pena il rischio di vedersela sparire in un attimo.
Una sera che poteva rientrare di licenza a casa però anche la sua bici ebbe un problema , forse alla catena per cui Cesare decise comunque di rientrare in paese con l'altro mezzo a disposizione allora : cioè a piedi.
Era incamminato a passo lesto da una mezzoretta quando senti il rombo familiare arrivare alle sue spalle.L'inconfondibile sagoma teutonica gli passò a fianco per fermarsi subito dopo: i due tedeschi gli fanno cenno di salir su e un attimo dopo Cesare si appresta a entrare trionfante a Sinnai. La volkswagen si infila agile per le vie del paese lasciandosi un turbine di polvere dietro .Arrivati in via Roccheddas Cesare si fa lasciare di fronte a casa. I generosi camerati tedeschi ripartono quindi, sempre a tutta manetta verso il loro baraccamenti, posti nella periferia a nord del paese.
Non avrebbero mai immaginato cosa , a causa di quel passaggio sarebbe scattato nella mente di Cesare. Lui era rimasto letteralmente fulminato da quella macchina a forma di secchio che nelle sassose strade di Sinnai sembrava volare leggera.
Ma cos'era questa cosa prodigiosa che aveva stregato Cesare?
Bisogna tornare indietro nel tempo di alcuni anni e trasferirci in Germania ,precisamente a Stoccarda. Li aveva lo studio un ormai più che affermato progettista di auto e motori . Il suo nome era Ferdinand Porsche. Ex pilota e austriaco di origini gia da alcuni anni cercava di vincere la sua scommessa : mettere in produzione un auto per allora veramente innovativa .
La sua cratura dalla forma simile ad un coleottero non aveva niente a che vedere con cio che circolava fino ad allora. Siamo nel 1932 e le auto avevano la linea che ora ci appare come roba da museo.
La ricerca e le conseguenti spese andavano però sempre oltre i vari finanziamenti disposti dalle varie ditte costruttrici interessate.
Prima la Zundapp, poi la N.S.U. avvallarono i suoi sofisticati progetti ma i costi sempre elevati delle varie ricerche di Porsche finirono per mandare in stallo qualsiasi passo di ulteriore sperimentazione.
Eppure il geniale progettista qualcosa di veramente innovativo lo aveva intanto brevettato e applicato alla sua creatura : la barra di torsione, un gran passo avanti contro l'elevato peso delle oltrettutto poco confortevoli molle a balestra allora universalmente in uso. Per non parlare della stabilità in curva, che faceva letteralmente dare un salto di qualità agli standard dell'epoca. Cio che faceva salire i costi di progettazione e sperimentazione era la messa a punto dell'inedito motore boxer a quattro tempi raffreddato ad aria, marchio di fabbrica poi di tutta la futura produzione volkswagen che per i tempi di allora era completamente sconosciuta.
Con la N.S.U. nel 1932 si svilupparono infine tre prototipi che cominciarono a circolare per fare i primi test.
Le macchine funzionavano benissimo ma nel 1933 accadde che , causa un accordo commerciale con Fiat, la casa tedesca si impegnò a produrre solo in campo motociclistico.
Porsche fu licenziato e dei suoi progetti pareva non se ne dovesse fare più nulla..
In quell'anno fatale però, ci fu l'incontro con Hitler ormai saldamente al potere. Il dittatore stava portando a grandi passi la Germania verso un progressivo riarmo e questo era molto ben visto da tutti gli industriali che intravedevano una boccata d'ossigeno dopo i lunghi anni di crisi degli anni venti.Porsche sottopose all'attenzione del Fuhrer il progetto della sua creatura e questi la approvò incondizionatamente,intravedendo in essa una delle sue priorità: avere a disposizione una auto del popolo, che motorizzasse tutte la famiglie tedesche. ""Herr Doktor Porsche, voglio un automobile popolare, ein Klein auto ( piccola auto ) con la quale gli operai tedeschi possano andare in fabbrica motorizzati come gli americani, e non più in bicicletta, il prezzo non deve essere superiore ai mille marchi. Mi presenti delle proposte."Con questo monologo hitler accomiatò il progettista quando questi fu ricevuto nella cancelleria del reich.
Oltre che il prezzo finale d'aquisto non superasse i mille marchi il dittatore pretese anche che la nuova vettura dovesse essere in grado di mantenere la velocità di 100 km orari per lunghi tratti, come nelle nuove autostrade in costruzione in Germania. Roba che all'epoca potevano permettersi a malapena le Mercedes con i motori da 6000 di cilindrata.
La nuova vettura fu presentata al salone di Berlino nel 36 e subito inizio tutta una serie di prototipi che per alcuni anni furono torchiati all'inverosimile uscendone pressochè indenni. La bontà del progetto era quidi validissima e fu nel 39 che , espropriata un ampia area nei pressi del castello di Wolfsburg si pose la prima pietra dell'enorme fabbrica voluta dal partito nazista, a cui veniva associata anche una nuova città, ove far confluire le famiglie delle migliaia di operai necessari. Si iniziò anche il lancio delle vendite consistente in una cedola nella quale apporre i bollini del valore di 5 marchi che aquistati con frequenza settimanale avrebbero dovuto raggiungere la somma dei mille marchi necessari per avere la desiderata vettura. In tanti sottoscrissero entusiasti la proposta (circa 20.000 arrivarono a completare la cedola ) ma nessuno di essi ricevette mai l'agognata volkswagen.Nel settembre del 39 la Germania entrò in guerra e la fabbrica fu subito convertita ad uso militare senza che da essa fosse ancora uscita una sola auto civile.In verità alcune centinaia di maggiolini circolavano per la Germania nelle mani di persone altolocate o di dirigenti del partito nazista ma si trattava di esemplari costruiti nella piccola azienda di Porsche a Stoccarda.
Le linee di produzione iniziarono così a sfornare le Kubelwagen a e poi le schwimmwagen. Le prime erano le auto fuoristrada e tuttofare con la loro caratteristica forma squadrata mentre le seconde erano un ulteriore specializzazione di questa: si trattava infatti addiritura di un mezzo anfibio in grado di poter navigare, grazie ad un elica traslabile.Se ne fecero decine di migliaia con varianti studiate per risolvere problemi estremi: trasformate per andare sulle nevi della steppa russa o nei roventi deserti africani. In qualsiasi situazione le volkswagen si toglievano agevolmente d'impaccio rivelandosi mezzi affidabili e preziosi.
Su di una kubelwagen Cesare ebbe la folgorazione...
Questa spartana e affidabile utilitaria dell'esercito tedesco spesso si fece beffe degli avversari nei modi più impensabili:
E' l'alba del 24 marzo 1941. Una sentinella inglese del forte di El Agheila, nel deserto libico intravede una nuvola di polvere in lontananza....
Rommel stava modificando a suo favore le sorti della guerra nel deserto e le sue armate motorizzate scompaginavano sempre di più le linee degli inglesi. Il generale tedesco però aveva di fatto pochissimi mezzi veramente efficienti.
Alla fine di una lunga rincorsa verso l'Egitto le sue forze erano ormai esigue. Gli rimanevano poche decine di panzer efficienti e pochissima benzina.
Ad un suo ufficiale che gli chiese come potesse mai continuare l'avanzata lui gli rispose calmo : li attaccheremo con la polvere...
E cosi fece davvero. Cammuffò il centinaio di Volkswagen al seguito con tela e legno per dargli una sagoma da panzer e li mise in lontananza dal nemico ad aggirargli trainando sterpi e tronchi. i pochi panzer giusti mandati in avanscoperta intanto tiravano cannonate a ritmi elevati.
Il comandante del forte inglese non ci pensa due volte. Deve evitare di rimanere intrappolato dall'azione palesemente aggirante del nemico. Le forze sul campo sono assolutamente sfavorevoli, la polvere in lontananza indica che di li a poco saranno circondati da nugoli di carri armati, carri armati dell'Afrika Korps di Rommel, quindi temibilissimi...
Nel posto abbandonato di EL Agheila entrano cosi poco dopo i primi carri delle forze dell'asse. I guidatori coperti di polvere color ocra. Togliendosi gli occhialoni i loro occhi apparivano al centro di un cerchio di carne pallida. Dopo questa prima colonna arriva poi quella che ha svolto la manovra aggirante. Ma sono dei carri armati strani... Sono i maggiolini cammuffati ! : Rommel, la volpe del deserto aveva colpito ancora...
Le sorti del conflitto da li a poco travolsero il terzo reich e misero fine ai folli sogni di Hitler, Di tutti i suoi deliranti progetti, l'aver fortemente voluto la volkswagen fu forse la mania più innoqua...
Nel giugno del 1945 la guerra è finita, la Germania è sconfitta, il disastro totale.A ovest di Berlino ci sono gli eserciti degli alleati occidentali. A est, ben più temibili scorrazzano i russi .Calati impetuosamente sulla Germania ormai in ginocchio hanno l'animo avvelenato dalla sete di vendetta per cio che i nazisti hanno fatto in quattro anni di guerra dalle loro parti. Ovunque passino ammazzano stuprano e bruciano e non guardano in faccia a nessuno : a chi tocca tocca. La gente quindi scappa terrorizzata verso occidente o spera di veder arrivare prima possibile i soldati americani, vera e propria salvezza rispetto alla prospettiva bolscevica.
E a wolfsburg ?. La fabbrica, come tutte le altre è per metà un cumulo di rovine però in più c'è una situazione strana. Gli americani si sono attestati a Fallersleben, paese ad alcuni km e sembrano non intenzionati ad andare oltre. Dalla parte opposta ancora russi non se ne vedono e per una settimana, con tutta la Germania occupata a est di Berlino dai russi e a ovest dagli altri a wolfsburg sembra non volerci andare nessuno. Gli operai rimasti con le loro famiglie hanno un fondato timore che possano arrivare da un momento all'altro i russi e la faccenda sembra concretizzarsi dall'avvistamento di alcune pattuglie in perlustrazione. Un carro armato con la stella rossa si avvicina alle rovine della cittadella. I presenti sentono che non c'è tempo da perdere. potrebbe essere altrettanto pericoloso uscire allo scoperto però occorre mandare qualcuno dalla parte degli americani per convincerli ad occuparli prima che arrivino i russi. Partono per l'ambasciata con un grosso lenzuolo bianco il caporeparto Brormann accompagnato dal cappellano militare Antonius Wollingand.
Dopo alcuni km si imbattono su alcuni marines del 405 reggimento d'assalto statunitense. Una divisione è schierata nei pressi di Fallersleben. Molti dei reparti sono arrivati in Germania facendo tappe forzate inseguendo un fronte del fuoco sempre piu elusivo e fuggevole. Dopo un intenso addestramento in patria speravano di poter partecipare anche loro all'ultimo vittorioso assalto finale, però per loro la delusione fu cocente: finalmente arrivati tutta la sparatoria si era però ormai conclusa.Erano quindi nervosi e aspettavano un niente per sparare almeno con le mitragliatrici. Per poco quindi i due mandati in ambasciata non vengono subito abbattuti da un gruppo di reclute dal grilletto facile. Per fortuna arriva il tenente Thomson. Lui è di quelli sbarcati in Normandia e ormai è mezzo sordo dalle esplosioni di cento battaglie. Non ne può più e sogna solo una cosa : tornare nella sua California a pescare i Merlin come faceva tanto tempo prima.Sulle prime non crede al racconto dei due, cioè che di li a poco c'è un intera città con fabbrica annessa.
La cosa però non deve stupire : wolksburg è una città nata cosi da poco da non comparire in nessuna carta, ne civile ne militare. Nella spartizione del territorio ne russi ne americani avevano rivendicato l'occupazione : per loro semplicemente non esisteva.
Solo dopo lunghe insistenze partono tutti su di un blindato ed è cosi che tutto l'agglomerato finisce sotto l'ala protettiva degli americani.
Sulle prime, nei mesi seguenti questi non sanno cosa farne della fabbrica mezzo demolita. Come direttiva generica andrebbe definitivamente smantellata però il colonello Brian, anche per non lasciar senza far nulla i tedeschi rimasti ed esasperati dalla fame e dagli stenti, decide di utilizzare gli operai presenti dando loro direttive per rimettere un po d'ordine nella zona. Cosi mentre una parte della mano d'opera ripulisce i locali validi dalle macerie accumulate altri recuperano parti meccaniche e macchinari occultati in previsione delle razzie dei russi. In sordina , con materiali vari si cominciano a montare i primi maggiolini, barattati subito dagli operai per viveri di prima necessità.Intanto Brian, anche per tener occupati qualcuno dei suoi decide di fare prove valutative sui mezzi trovati nella fabbrica ; Il capitano Pirls, incaricato del programma ha i suoi dubbi : dannazione colonello che cosa potrebbero avere di meglio i crucchi delle nostre jeeps Wills che ci hanno portato fin qui trionfalmente alla vittoria ? Lasciò quindi scettico l'incarico al suo sottocapo sergente Trudd. Che se la sbrigasse lui e la sua banda di esagitati. Presa una swimmwagen questi cominciarono ad andarsene in giro in lungo e largo . Avevano un solo scopo : romperla il prima possibile per così tornare alle loro pigre attività.
La cosa però si rivelò ben più difficile del previsto : pur strappazzata sia nella meccanica che nella struttura, seviziata nei percorsi più impossibili la fida volkswagen continuava imperterrita a tener botta, quasi ne facesse una questione personale. Gli operai impegnati a rimettere ordine vedevano con disgusto passare quella soldataglia a tutta manetta facendo gimcane sui cumuli di macerie con fare sadico e divertito. Dopo alcuni giorni il capitano Pirls andò a fare il rapporto della questione al suo superiore.
" Si arrampica meglio della nostra jeep consumando la metà del carburante, e in più sa nuotare..."La storia , detta a denti stretti, doveva andar conclusa. " alla fine l'ho pure fatta provare al sergente Jonshon, lei mi capisce signore ?"
L'ufficiale fece una smorfia : dannazione Pirls.. l'avete messa nelle mani di quell'animale?...
Solo nominarne il nome bastava a guastare la giornata al colonello.
Sbattuto in una spiaggia della Normandia all'alba del 5 giugno del 44 Jonshon era quindi uno di quelli della prima ora, nell'assalto finale al terzo reich. In quelle concitate e rischiose fasi iniziali si mise subito in luce per la sua audacia che rasentava la temerarietà. Qualsiasi mezzo guidasse lo spingeva sempre al limite delle possibilità meccaniche lanciandosi come un ariete contro i capisaldi nemici creandone spesso scompiglio .In quelle prime fasi dell'avanzata jonshon si creò una solida reputazione di guerriero ed ebbe numerosi encomi. Dopo i fatti delle Ardenne e con lo sfondamento della linea Sigfrido per gli americani iniziò la conquista del cuore della Germania ormai stremata. Questa avanzata in breve si tramutò quasi in una corsa contro il tempo per arrivare prima di russi a Berlino, trasformata dai bombardamenti in un cumulo di rovine.Gia in questa fase qualcuno cominciava a lamentarsi del fare di Jonshon.
Con la sua mania della velocità e sprezzo dei rischi il suo reparto si era ritrovato strada facendo con molti più mezzi resi inagibili da lui che dai panzerfaust nazisti. Nel momento della ormai tranquilla e sicura avanzata finale la figura esuberante di Jonshon stava rivelandosi ingombrante. Non gli fu più concesso di mettersi alla guida dei costosi carri armati Sherman : troppi ne aveva lasciati rotti per strada, centinaia di migliaia di dollari dei contribuenti abbandonati ad arruginire nei campi.Comunque lui continuava a strapazzare qualsiasi cosa gli finisse fra le mani, fosse anche una semplice motocicletta.Il colonello Brian, a cui jonshon non piaceva già dai tempi delle Ardenne lo relegò in ruoli che lo tenessero il più lontano possibile dai suoi preziosi veicoli.
Arrivati ai primi di Maggio finalmente la Germania capitolava e le truppe da invasione ricoprirono il nuovo ruolo di occupazione dei territori trovandosi a dover gestire quindi problemi di carattere logistico e organizzativo.
La pelle però non la si rischiava più.
In questa fase il colonello Brian potè avvalersi delle capacità del tenente O'Connors, da lui molto stimato. O' Connors era un ufficiale con un lunghissimo ruolino operativo. Era stato in Nord Africa e poi era sbarcato con la prima testa di ponte in Sicilia facendosi praticamente tutta la difficile campagna militare in Italia. Era stato poi da li richiamato e fu quindi anch'esso fra coloro che parteciparono di prima persona allo sbarco in Normandia. Fu scaraventato nella maledetta spiaggia di Omaha dove metà del suo reparto fu massacrato dalle mitragliatrici tedesche ma , come in tutto il resto della sua rischiosa attività di comando in prima linea, arrivò fino in Germania praticamente senza un graffio.Un vero e proprio record. Da sottolineare che poi neppure si ammalò mai, cosa veramente straordinaria per i disagi sopportati in tre anni di stress passati sempre in prima linea.
A parte una buona dose di fortuna , O'Connors potè arrivare integro fino alla fine grazie alla sua esperienza e capacità nello saper gestire al meglio i pericoli della guerra limitandone i danni con decisioni razionali e collaudate ( non mandò mai i suoi uomini allo sbaraglio in missioni di dubbia utilità ). Pur avendo sempre ottimi risultati nelle azioni in prima linea le perdite nella sua compagnia erano sempre abbastanza contenute. Era stato poi capace di ideare e far applicare un decalogo sull'igiene personale della truppa che risultò molto utile in quanto migliorò di fatto lo stato fisico sempre precario dei suoi commilitoni. Per questo motivo O'Connors era stato incaricato dai responsabili dello stato maggiore di creare un opuscolo ad uso della truppa ove spiegare ed elencare gli accorgimenti e le precauzioni da adottare per migliorare lo status di combattente al fronte.
Cio che accadde di seguito segnerà la fine delle residue fortune del sergente Jonshon.
Mentre a Wolksburg la fabbrica lentamente veniva bonificata, O'Connors presedieva a varie funzioni amministrative.
Faceva spesso la spola durante il giorno da qui a Fallersleben, ove era allestito il quartier generale alleato .Ancora non si capiva cosa se ne sarebbe dovuto fare della fabbrica. Il governo, nel tentativo di attingere a fondi privati l'aveva offerta a prezzi stracciati a Henry Ford, ma questi rispose picche : non se la sentiva di investire in Europa in una zona al confine con i comunisti.
Si continuava a risanare gli edifici e a cercare di formare una primitiva linea di montaggio.Tutta la faccenda legata alla logistica era nelle mani di O'Connors per cui questi aveva il suo bel daffare. Gli operai avevano occultato mesi prima molti macchinari nei dintorni per paura dell'arrivo dei russi. Questi in tutta la nazione già martoriata non avevano fatto altro che aumentare i danni e le pene.Sradicavano e caricavano sui vagoni tutto cio che potevano, poco curandosi di preservarne l'efficenza. Alla fine il risultato di tutto questo era che si dirigevano verso Est treni carichi di materiali ridotti a livello di rottame.Preso un semicingolato SdKfz da 5 tonnellate,residuato bellico tedesco, O'Connors ordinò a Jonshon di mettersi alla guida, visto che riusciva a mettere in moto ogni tipo di mezzo. Con un gruppo di operai andarono a prelevare il materiale occultato mesi addietro.
Caricato il tutto verso sera fecero per rientrare verso la fabbrica ma Jonshon, con la sua guida istintiva non tenne la prudente andatura necessaria per un mezzo così carico. Inoltre questo semicingolato, abbandonato usuratissimo nei pressi della fabbrica alla fine del conflitto non poteva certo essere affidabile e sicuro come quelli, quasi sempre nuovi di zecca, statunitensi.
In una curva in contropendenza il pesante mezzo prima si intraversò e poi purtroppo cappottò ferendo più o meno seriamente tutti gli occupanti. L'unico ad uscirne miracolosamente illeso fu proprio Jonshon che sentendo impossibile tenere il controllo del mezzo si buttò fuori prima che si rovesciasse.
In queste cose era ormai molto pratico.
O'Connors,che aveva appena terminato il suo opuscolo per le forze armate, e il giorno seguente si sarebbe dovuto presentare al comando per ricevere le congratulazioni da Eisenhauer in persona si ritrovò con una gamba fratturata seriamente. Lui che non aveva preso neppure una scheggia o un raffreddore in tre anni di prima linea si ritrovò ad essere rimpatriato storpiato a guerra finita.
A causa di Jonshon. Per Brian era troppo.
Quando Jonshon ebbe nelle mani la swimmwagen sapeva che lo aspettava la corte marziale, e il suo futuro era quanto mai incerto.Aveva passato una settimana di isolamento in cella e non si faceva molte illusioni sui suoi lontani trascorsi di gloria.
Il colonello Brian gliela aveva giurata e il men che potesse aspettarsi era una veloce degradazione con trasferimento magari a Berlino dove con i russi gia ci si guardava in cagnesco.
Quel che accadde fra l'americano e la macchina tedesca fu una specie di rodeo nel quale Il selvaggio che scalciava e saltava era il sergente mentre la swimmwagen resisteva. Provò tutto il repertorio con il quale normalmente avrebbe scassato le trasmissioni della jeep e massacrò il motore usando la frizione come una frusta. Cercò di spaccare il cambio con repentini salti di giri ma non ci fu nulla da fare.La tedesca era a prova di Jonshon.Poi un pò alla volta , come per rispetto per quella cosa che non voleva saperne di rompersi si mise ad andare ad andature ortodosse e prima che la sera finisse Jonshon andava su e giù con perizia per le valli limitrofe facendo dei passaggi fuoristrada talmente virtuosi da lasciare i presenti che osservavano esterrefatti.
Il fatto è che la cosa degenerò . Infatti Jonshon il giorno dopo fu visto mentre incredibilmente , armato di secchio e straccio ripuliva la grezza sagoma del fuoristrada tedesco e poi addiritura fece gruppo con degli operai. Sparì con loro dentro un capannone per ricomparire alcune ore dopo con la swimmwagen rimessa praticamente a nuovo....
Pirls stava quindi concludendo con queste osservazioni il suo rapporto di valutazione del mezzo tedesco di fronte alla scrivania del suo superiore, Il colonello Brian.
Questi non volle sentir oltre... " dannazione capitano, dov'è la Volks,non vorrete dirmi che l'avete lasciata come macchina personale di quel maledetto ?"
Pirls attese un pò, poi rispose quardando nel vuoto.La sua voce era inerte e si vedeva che non sapeva quale sarebbe stata la reazione del suo superiore.
" I ragazzi l'hanno mandata a fondo in mezzo al fiume a colpi di mitragliatrice ,signore. Erano esasperati, non ne potevano più degli sfottò che faceva a tutti Jonshon.Manco l'avesse fatta lui, arrivava a guadare il fiume anche dieci volte di continuo per poi salire a razzo per le colline di fianco, ridendo e ululando come fa lui quando ha fra le mani qualcosa che gli piace. L'ha lasciata ormeggiata un attimo e il caporale Ryan non ha resistito: ha iniziato a mitragliarla e gli altri si sono uniti alla sparatoria.
Comunque devo dirgli che ci ha messo un pò ad affondare,quella dannata non voleva saperne di andar giù...
"Ottimo lavoro capitano, se non c'è altro si accomodi."
Brian sapeva che pian piano avrebbe avuto la sua vendetta.
Jonshon fu sbrigativamente processato e come previsto perse grado e indennità varie.Venne congedato di li a poco e rispedito a casa .La sua folgorante attività dei tempi della Normandia e delle Ardenne non venne mai menzionata nelle numerose cronache di guerra che caratterizzarono gli anni sucessivi. Jonshon fu semplicemente un dimenticato.
Però il suo destino incrocierà nuovamente con la volkswagen...
Nel frattempo, che cosa era successo a Cesare?
Dopo quel fatidico passaggio Cesare prese un pò più in simpatia i suoi camerati tadeschi che alloggiavano in paese poco lontano da casa sua. Un giorno all'aereoporto riconobbe l'autista della kubelwagen.La sera era molto calda e armeggiava a torso nudo accovacciato sull'ala di un me 109 il cui cofano motore era aperto. Evidentemente era un meccanico e stava provvedendo alla manutenzione ordinaria del temuto caccia della Lutfwaffe. Bianchissimo di carnagione la sua abbronzatura appariva con uno stacco nettissimo sulle braccia e sul collo. Gli parve un buon modo di prendere confidenza quindi Cesare a gesti e con frasi semplici gli mimò di mettersi una camicia per non scottarsi. Bonariamente il tedesco annuì con un ottimistico : no problema !!. Intanto continuava con gesti esperti a verificare i componenti del Dailmer Benz 605, i cui 12 pistoni in linea alimentati ad iniezione diretta avrebbero potuto spingere la poderosa elica tripala a passo variabile di tre metri di diametro. Con 1330 cavalli di potenza il Messerchmitt avrebbe volato a oltre 650 km. orari senza problemi . Trovarsi in aria contro gli inglesi ( e rimanerci ) sarebbe quindi stata una questione di Piloti svegli e Mitragliatrici efficienti,ma questo a Gause non interessava gia più. Il suo compito era di tenere in perfetta efficienza i motori e in quello era più che competente. Faceva parte di una ristretta elite di meccanici specializzati della Daimler formati all'interno del reparto esperienze ed aveva praticamente seguito passo passo il nascere di questo motore, dai primi prototipi subito spediti nel 36 con la legione Condor in Spagna, a combattere a fianco dei nazionalisti del generale Franco. Anche Gause fu inviato in quel fronte, e ancora ricordava con nostalgia i bei tempi passati al caldo mettendo a punto i primi messerschmitt che già facevano stragi di aerei nemici. I Polikarpov russi che si trovavano contro potevano ancora farcela con i biplani italiani ma lo scontro con l'aereo germanico si concludeva sempre allo stesso modo. Se non si riusciva a fuggire si veniva abbattuti. Gause ricordava anche le libagioni a base di sangriglia e il ballo della cucharacha che inpazzava nei locali notturni che lui e i suoi camerati frequentavano per conoscere ragazze iberiche. E si , erano proprio bei tempi quelli.
Poi , con la guerra con l'Inghilterra le cose sono diventate più difficili . Gli Spitfire non si facevano mica buttar giù tanto facilmente, anzi erano parecchio rognosi perchè andavano mica male . Il loro motore Merlin Rolls Royce riusciva a fargli fare i 600 km. orari e le 4 mitragliatrici più due cannoncini montati sulle ali in mano a quei dannati piloti della RAF erano più che sufficienti a ridurre un messerschmitt in un rottame se non eri anche tu più che pratico.Nell estate del 1940 a Gause, che stava in un campo avanzato affacciato nella Manica per poco non gli venne un crollo psico fisico.
Praticamente era sempre al lavoro, notte e giorno sugli aereoplani. La battaglia d'inghilterra la si stava giocando nei cieli. Un gioco mortale. Chi era più lento o meno armato veniva buttato giù. Spitfire e messerschmitt erano praticamente alla pari per cui si cercava continuamente da ambo le parti, giorno dopo giorno di migliorare le prestazioni delle macchine.. Se si aumentava troppo l'armamento diminuivano le prestazioni velocistiche e acrobatiche. Se si montavano armi leggere l'aereo andava subito meglio ma poi non si riusciva a mandare a fuoco l'avversario se non sparandogli a bruciapelo,cosa difficile da realizzarsi : da entrambi le parti gli aerei erano in mano a dei furboni smaliziati.
Gause fece parte di coloro che misero a punto la sovraalimantazione mista acqua etanolo che , anche se per poco dava una super potenza allo messerschmitt dotandolo dello scatto necessario nei momenti critici. Se uno Spitfire si metteva in coda, gli raccontava Galland, asso tedesco che per primo provò lo stratagemma, non c'era che picchiare per prendere velocità e poi allinearsi e dare tutta manetta. Grazie all'iniezione diretta sovraalimentata il caccia faceva letteralmente un balzo in avanti, roba da infossare le orbite degli occhi, mentre il motore Merlin dello Spitfire, che andava con i tradizionali carburatori sottoposto al medesimo stress non riusciva a riprendere , anzi spesso piantava... Per cui a loro volta gli inglesi dovettero trovare modo di aumentare le prestazioni del loro Rolls Royce. In breve tempo portarono la potenza a circa 1400 cavalli grazie all'apporto dei tecnici americani e alla loro esperienze con le benzine ad alto indice di ottani.
Nell'inverno del 40 Gause fu trasferito in Sardegna. L'aria solare del mediterraneo era ben altra cosa che le tetre brume del nord della Francia e quest'aria latina degli autoctoni dell'isola gli ricordava tanto i momenti felici della Spagna. Anche qui c'era da mettere a punto gli aerei che avrebbero dovuto duellare con gli inglesi, ma il clima che si respirava era molto meno pesante dei mesi addietro. Gli stessi piloti si sentivano forti e pieni di fiducia. Lassù nel cielo, come piccoli puntini che diventavano sempre più evidenti trovavano quasi sempre gli aerei nemici però per fortuna questi non erano quasi mai gli Spitfire bensì i molto più abbordabili Hurricane, roba abattibile perfino dagli scalcagnati biplani italiani. Quando italiani e inglesi si incrociavano ne venivano fuori delle zuffe furibonde e incontrollabili dal quale se ne usciva con un tuffo nel mediterraneo o con le canne delle mitragliatrici roventi e a secco di benzina e pallottole.
I tedeschi invece non prendevano mai i rischi di un combattimento manovrato. Visto che avevano il randello più grosso
grazie ai loro messerschmitt molto più veloci e più armati, si mettevano alla opportuna quota e di li picchiavano come falchi sulla preda demolendo gli Hurricane e il Gloster Gladiator a colpi di Mauser da 20 millimetri, rischiando poco o nulla. sembrava d'esser tornati ai tempi della Spagna, quando abbattevano aerei russi come pernici...
Uno dei problemi che assillava il feld maresciallo tedesco a capo delle forze basate nel sud della Sardegna era che a causa del lungo raggio a cui erano costretti i suoi piloti per raggiungere gli inglesi in rotta per Malta molto spesso questi arrivavano al limite estremo dell'autonomia dei caccia che pilotavano. Già alcuni erano dovuti ammarare nei pressi della costa sarda perchè rimasti senza benzina . L'alternativa sarebbe stata schiantarsi nei contrafforti granitici delle montagne adiacenti. In un caso o nell'altro i velivoli andavano perduti .
E queste perdite si stavano rivelando più numerose di quelle in combattimento.
Sulle carte militari era comunque segnata, proprio lungo le rotte di rientro da est una piana a ridosso dei sette fratelli, massiccio da scavalcare se si arriva provenienti dal mare dalla parte di Villasimius. Questa zona, abbastanza in quota , era sita nei pressi di Monte Cresia, zona montana del comune di Sinnai, e i pastori la chiamavano "Corolleddu ".
Cesare conosceva bene tutta la zona in quanto in quella zona si lasciava per lunghi periodi il bestiame nei periodi caldi dell'anno.
Quando seppe che si voleva fare una ricognizione per verificare la possibilità di allestire una pista di atterraggio di fortuna si diede subito voontario per condurre i camerati tedeschi a fare le dovute ricognizioni del luogo.
La mulattiera che si arrampicava veso Monte Cresia, incubo per carri a buoi e percorsa solitamente solo da cacciatori a cavallo fu il trionfo della Volkswagen che portò su in cima all'altopiano Gause e camerati accompagnati da Cesare.
Il rientro fu ancora più spedito. Avevano picchettato e misurato diligentemente un ampia area risultata idonea ad eventuali atterraggi d'emergenza e per meglio far riconoscere il campo avevano issato una manica a vento con delle bandiere colorate ai lati. Queste erano disposte negli ultimi contrafforti granitici prospicenti l'ampia spianata.
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