2004 serpilonga

Pubblicato il 11 Apr 2006


2004 – Serpilonga Sono sulla linea di partenza. La mia bici è lucida e le gomme sono nuove e con la pressione giusta... nella tabella portanumero risalta il mio nome, come per tutti e dieci i componenti la prima fila di questo eterogeneo esercito di bikers presenti. Siamo alla Serpilonga, gara evento dell'anno per il popolo della mountain bike in Sardegna. Al mio fianco ho tutti i migliori e più in forma atleti isolani. Freschi campioni emergenti, motivati e ben decisi stavolta a strapparmi quel numero 1 che, stampato sulla tabella, indica il vincitore dell'edizione precedente. Di Serpilonghe veramente ne ho già vinte 4, sulle 5 disputate. Però sono fuori dal giro delle gare regionali ormai da un anno e mi sono dedicato solo a poche anche se impegnative gare estreme ( ho vinto la 24 ore di Finale Ligure ed ho partecipato all'Iron Bike vincendo la categoria ), per cui in tanti palesano aspettative di vittoria. Perchè vincere la Serpilonga non è come conquistare uno dei tanti banali titoli regionali: questa è la gara della gloria, che dura tutto un anno... Insomma, non vedono l'ora di farmi la festa!


Griglia di partenza della Serpilonga 2004

Sono cosciente di tutto questo mentre aspetto lo start, e ripenso a quale dovrà essere la condotta di gara, alle prevedibili difficoltà ed ai possibili momenti di crisi. Mi incoraggia il pensiero che comunque, per mettermi in difficoltà, i miei numerosi avversari dovranno scollinare punta Serpeddì, tetto della gara, in meno di quei 54 minuti che io non ho difficoltà a impiegare. E questo deve essere un tempo per loro difficile da realizzarsi, se devo giudicare dalla faccie tristi dei presenti nel momento in cui se ne è parlato...

Alle 10,30 finalmente si parte. Cadelano, Cherchi, Baduena, Picciau, Salis, Vacca e Olla sono tutti nel gruppo di testa, ma nessuno, ovviamente, tira più di tanto in questi primi pianeggianti km iniziali. Tutti aspettano e preparano le forze per la prima vera salita, quella di Corr'e Cerbu, dove in tutte le altre edizioni si sono infranti i sogni di gloria dei più. Quando ce la troviamo di fronte sono tutti pronti a scattare, ma è Salis il più motivato. Anche lui, però, può far poco quando comincio ad arrampicarmi con innestato il 42 /16. Per un pò tiene, ma poi alle mia spalle comincio a sentire rumori di convulsi cambi di rapporto... Insisto a salire col rapportone e, quando mi volto, lo strappo fra me e gli altri è già palese. Come previsto, non riescono a starmi dietro in salita ed allora insisto, anche se non voglio forzare troppo perchè il bello deve ancora venire e non voglio arrivarci col fiatone.

In effetti, sotto un cielo plumbeo che minaccia pioggia, la salita che porta a Tratzalis, inedita di quest'anno, risulta essere molto impegnativa. Il suo fondo è precario e bisogna sceglier bene il rapporto giusto, il che non è semplicissimo, se cerchi sia il grip che la velocità.

Nonostante un momento di panico, dovuto a un forte dolore che mi viene dalla milza e che per fortuna passa, le cose per me non vanno male mentre salgo solitario verso punta Serpeddì. Mentalmente faccio i miei calcoli. Se svetto con almeno 2 minuti di vantaggio le probabilità di vittoria sono altissime e solo un evento sfortunato o una foratura possono a quel punto tradirmi. Però dietro, vedo nei tornanti una maglia rossa solitaria: é Maurizio Cherchi che non molla e cerca di contenere il distacco che è come da me sperato di circa 2 minuti. Con Cherchi dietro nei tratti in discesa, anche 2 minuti non sono più una sicurezza. Avrei preferito vedere qualsiasi altro ma non questo atleta cagliaritano, formidabile in discesa.

Non mi perdo d'animo e allo scollinamento di Serpeddì mi butto a capofitto, ben deciso a non distrarmi. Mentalmente penso che potrò trovare rifugio negli strappi in salita che rimangono a Genn'e Funtana e Cuili De Coccus. Se tengo un certo vantaggio fino a li sarà fatta.

Il motociclista che fa l'apripista mi comunica con meraviglia che abbiamo toccato gli 80 orari in discesa: non stavo di certo a guardare il ciclocomputer! Piuttosto lo sguardo è dritto a cercare le traiettorie migliori per la mia special in carbonio, a cui per l'occasione ho sostituito la Roch shok con una mia forcella in composito, per avere la bici più reattiva e più leggera di 1 kg cosa che quando si ha veramente fretta, come ad esempio adesso, non guasta mai. All'ultimo strappo in salita mi giro e la maglia rossa di Cherchi è li, ma lontana e realizzo che ormai è fatta anche per quest'anno. Devo solo essere prudente e gli ultimi 5 km li affronto con calma, copiando tutte le asperità del terreno e senza rischiare nulla. Entro in paese solitario e vinco questa bella gara anche quest'anno.

Maurizio Cherchi arriverà di li a poco ( una bella gara la sua! ), poi Mauro Vacca, giovane atleta della società organizzatrice, la A.S.Monolite di Sinnai e quindi l'irriducibile Paolo Baduena che è riuscito a regolare l'astro nascente Alessandro Salis, solo quinto all'arrivo. Sesto posto, con una punta di delusione per Alberto Olla compagno di squadra di Vacca. Settimo il buon Ciro Commesso dell' S.C. Cagliari, stessa squadra di Cherchi e poi ecco all'ottavo posto l'irriducibile Massimiliano Cadelano, un senatore della mountain bike in Sardegna. Nono e decimo rispettivamente Federico Lecca e Salvatore Olla, sempre della società Monolite: questi gli atleti che avranno il nome sulle prime 10 tabelle di partenza della prossima Serpilonga. Via via, poi, tutti gli altri.

Finita la gara, subito ai tavoli, a mangiare malloreddus e carne arrosto e bere vino: stavolta molti non hanno retto quest'ultima impegativa prova e diversi sono rimasti accasciati e semiincoscienti fra i tavoli...


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