24 ore finale ligure maggio 2006

Pubblicato il 05 Ago 2006


24 ore Finale Ligure  maggio 2006 Sono le due di Notte e ormai non vi è tanta gente che gira in circuito. Eppure, a causa di un forte vento che tira dal mare alla gia precaria visibilità notturna si aggiunge una fastidiosa cappa di polvere che ti entra negli occhi e ti brucia la gola.
Ci mancava anche questo a rendere difficili le cose, penso mentre con un rapido calcolo realizzo che sono ormai più di 12 ore che pedalo ininterrottamente dentro questo circuito. Avrò fatto già qualcosa come una ventina di giri, non sono sicuro sul numero esatto. Ho perso il conto. Oltre sette km di sentieri a salire e scendere per boschi e crinali, per un totale di oltre 250 metri di dislivello complessivo che fai ogni volta che completi il giro. Chi è pratico di mountain bike capisce al volo cosa significhi.Una mazzata tremenda per gambe e polmoni, almeno per chi è poco abituato alle salite vere.
A me in realtà il circuito piace molto, proprio nei sentieri a salire tiro il fiato e mi sento più a mio agio. In discesa bisogna stare più attenti. Il terreno va via via peggiorando giro dopo giro. Si formano dossi e canali. Si pigliano certe legnate all'avantreno...
Per questa corsa ho preferito usare la mia abituale bici da cross country, leggera e scattante senza canonica forcella ammortizzata davanti. La mia special in carbonio "rigida " sono sicuro che mi basterà. O almeno spero. Confido molto nel mio eccellente stato di forma e nella tenuta delle braccia nelle 24 ore di questa corsa in solitario. Gli altri mi danno per matto ma io so che per me non è così folle una scelta tecnica del genere. Semplicemente gli altri non hanno a disposizione i miei materiali e quindi non sanno cosa sia in realtà una bici con un modulo di elasticità costante in tutti i componenti di cui è formata. Tutti corrono con bici assemblate con pezzi commerciali di faria fattura. Per cui il concetto per lo più sfugge o è completamente sconosciuto...
Devo ammettere che non ho fatto però neanche io delle scelte molto oculate. Mi sono iscritto a questa gara proprio all'ultimo, su invito di
amici,e non ho programmato quindi nulla, ne bici ne preparazione.
Certo quella ce l'ho , ma per le gare al fulmicotone di cross country, non per stare un giorno e una notte interi a pedalare. Non ho quindi strategie particolari, ne assistenze preparate al seguito.
Solo buona volontà e un pizzico di ottimismo. La bici quando sono partito all'una del pomeriggio aveva ancora ancora le gomme e la polvere dell'ultima gara fatta qui in Sardegna.
Dico, neanche una controllata.
Che le gomme fossero un pò leggerine ( Piton da 500gr. in configurazione tubeless con il liquido antiforatura ) me lo ha ricordato al terzo giro uno spuntone di roccia preso un pò troppo alla garibaldina. Il fatto è che dopo il primo giro fatto a ramengo nelle retrovie ho cominciato a tirare e a star dietro le scie dei turnisti , di quelli cioè che la 24 ore se la fanno alternandosi in squadre di 4, 8 e anche 12 bikers. Per cui al massimo facevano due giri e poi prendevano il cambio. Ovvio che andassero a tutta. Non avevo problemi comunque a tenere questo passo e avrei continuato così per chissà quanti giri se non avessi incocciato in quel sasso traditore che , ovviamente memorizzerò benissimo : lo avrò cupamente osservato poi almeno una quarantina di volte !.
La perdita di tempo creatasi per riparare la gomma squarciata mi ha dato il tempo di meditare che più che con la velocità, questa corsa era da impostare con la regolarità : non importa andar forte,importa andar sempre, piano ma regolari.
Chiudo quindi lo squarcio con una pezza sigillata all'interno della gomma con del cianocrilato. L' Attak me lo porto sempre dietro, peserà 5 grammi ma ti salva spesso da situazioni altrimenti irreparabili. La cosa che più mi ha fatto perder tempo è stato svitar via la valvola tubeless dal cerchio. Era incollata dal liquido antiforatura messo ormai da diverse settimane . C'è voluta molta pazienza e qualche sassata... alla fine è venuta via. Dentro quindi la camera d'aria e finalmente di nuovo in sella. Intanto però un buon quarto d'ora è volato via. ( se penso che poi alla fine perderò la gara per meno... )
Quando corri per ventiquattro ore di seguito inevitabilmente ti troverai ad affrontare tutta una serie di difficoltà di tipo oltre che meccanico ( vedi sopra )anche fisico e psicologico.
Andare in bici è notoriamente faticoso. L'uomo comune considera già uno bello sforzo stare a pedalare una manciata di minuti in salita. Le stesse gare normalmente vanno dalle due alle tre ore, a seconda che si tratti di cross country in circuito o di granfondo. Qualsiasi atleta allenato alla fine di sforzi del genere ha poi generalmente ben poca voglia di risalire in bici.
Come si fa a stare non ore quindi, ma un giorno intero ?
Ci si adatta . Con la mente e poi , perchè le due entità sono connesse, anche con il corpo. E' una questione di volontà a farti fare il salto. Certo il fisico sulle prime cerca di resistere e ribellarsi, ma poi si rassegna e asseconda docilmente la mente.
Così speravo intorno alla settima ora.la luce del tramonto comincia a diventar sempre più labile, fra un pò occorrerà montare le luci. Le gambe non rispondono più con entusiasmo e la fatica comincia a sentirsi. Mi dà fastidio pure la polvere che il vento solleva specie nella parte alta del percorso e una strisciante sete mi prende mentre compio l'ennesima tornata. Ho capito che è arrivato il momento di concedersi uno stop per tirare il fiato e mangiar qualcosa.
Mi fermo quindi al mio punto di assistenza dove Giuliano e altri amici ci attendono ad ogni giro. per fortuna è pronto un bel piatto di pasta che subito aggredisco. Mentre mangio e bevo direttamente dalla bottiglia del buon Barbera ( che sete che avevo... )Giuliano dà una controllata a tutta la bici. Questa sembra tenere egregiamente. E' tutta color ocra per via della polvere, come il suo padrone daltronde, ma una sana lubrificata alla trasmissione ed è più che pronta a continuare : aspetta impaziente sul cavalletto con il faro montato e pronto all'uso.
Per affrontare la notte ho deciso per un faro alogeno da 10 Watt messo sulla bici.Alimentato da una batteria da 6 Ampere del peso di circa 400 gr.vincolata al telaio. Questa durerà circa due ore per cui altre tre restano a disposizione. Inoltre ho montato sul casco il super led che ho usato in Marocco e che con una batteria piatta e leggera da 4,5 volts mi assicurerà una durata pressochè infinita. Questa lampada nei tortuosi sentieri specie in discesa si rivelerà utilissima in quanto la potrò direzionare con la testa a mio piacimento . E si rivelerà poi essenziale nei vari momenti in cui il faro principale andrà improvvisamente in blak aut. Se resti improvvisamente al buio quando sei lanciato in un sentiero in discesa ti sfasci di sicuro...
Ormai è buio quando mi infilo nuovamente nel percorso. E' incredibile come con dieci minuti di stop e un bel piatto di pasta le gambe riprendano a girare senza fatica , come miracolate. dopo alcuni giri familiarizzo con le difficoltà notturne e l'aria più fresca della notta incentiva le buone intenzioni di star svegli fino all'arrivo dell'alba.
I turnisti che ti chiedono strada ogni tanto hanno molta meno grinta di quelli che vedi di giorno. Si vede che di notte le varie squadre mandano allo sbaraglio le loro truppe di rincalzo, sicuramente i più volenterosi del gruppo ma non certamente dei fulmini di guerra.
I "big " , quelli che vanno forte probabilmente chiedono ed ottengono di fare le loro frazioni a ore più congeniali. Loro di notte dormono.
Un vento della madonna si è alzato dal mare. Il campo di gara sembra un girone dantesco con questa polvere che inibisce la gia debole luce del faro.Sopratutto ti metti seri dubbi sugli effetti ai polmoni : se continua così ci pigliamo tutti la silicosi,.. e poi dicono che andare in bici fa bene...
La catena comincia ad essere risucchiata in discesa ogni volta che non faccio girare i pedali. C'è qualcosa che non va nel mozzo, probabilmente è il cuscinetto della cassetta del pacco pignoni che stà andando in crisi. Speriamo che non peggiori ulteriormente o peggio si rompa. Ho gia fatto questa esperienza e so quindi come va a finire : rimani a piedi !
In discesa sono costretto a continuare a pedalare. Per poterlo fare devo mettere un rapporto intermedio per poter essere agile anche nei tratti lenti a tornanti , per cui va da se che non posso smettere di far girare le gambe neppure in quei punti in cui generalmente si tira il fiato.
Agli stop che effettuo ogni tre giri si dà una ripulita alla catena, si cambia la batteria del faro e si controllano i serraggi delle viti. Tutte cose che fanno Walter e Giuliano, per fortuna attenti e competenti. Nel frattempo io spazzolo via tutto ciò che di commestibile trovo sul tavolo dell'accampamento. I viveri di primo utilizzo cominciano a scarseggiare, Anche Raffaele, Bruno e Maurizio girano solitari nella notte e quando si fermano qui divorano tutto quello che trovanoa portata di ganasce. Bruno addirittura si mangiato il giro precedente una gallina praticamente nel breve tempo occorso all'assistenza a lubrificare la trasmissione.
Raffaele è riuscito ugualmente ad ingollarsi tutta la torta ipercalorica fatta dalla madre , anche questa mandata giù tutta d'un colpo. Ho capito che qui oltre che pedalare devi darti da fare anche di mascelle.Mi attacco alla pentola colma di brodo di carne e legumi che stà al caldo sotto un fornello. La prendo a due mani e comincio a berci dal bordo con voluttà. Alla ventiquattro ore bisogna fare cosi...
Mestamente la notte va terminando.la terza batteria si è completamente esaurita e per fortuna che ho il super led sul casco, altrimenti rimarrei al buio a metà percorso. Arrivato all'assistenza mi fermo. Sono ormai le 5 del mattino e decido di riposare almeno finchè non arriva la luce del nuovo giorno che inizia a far capolino. Da Giuliano arrivano notizie rassicuranti. Chi era in testa non si vede più girare da un pezzo. Posso quindi prendermi una mezzora di relax sotto la tenda. Senza nemmeno togliermi il casco mi butto per terra appoggiato a uno zaino. Con un telone di plastica mi copro e mi prende subito un sonno di piombo. Mi risveglio di soprassalto alle sei. E' passata un ora, più di ciò che avrei voluto, ma sia che Walter che Giuliano sono dovuti andar via per cui non c'era nessuno che potesse darmi un bel calcio e rimettermi sulla bici prima. Comunque con la luce del nuovo giorno e un riposo così lungo mi sembra di essere rinato. Vado via per il percorso inannellando giri su giri con i ritmi degni della prima ora. Ora non vi è nessuno che possa realmente farmi assistenza o darmi notizie concrete sulla evoluzione della classifica. Per alcune ore giro con la convinzione di essere in testa . Almeno stando a sentire i mi pare e i si dice di chi si alterna occasionalmente a dare una mano nel nostro accampamento. Ora, mancando una assistenza vera e propria i disagi cominciano a sentirsi. C'è poco da scegliere da mettere sotto i denti, più che altro prendi quello che trovi, spesso gli avanzi lasciati da chi è arrivato prima. Al termine di uno dei giri scendo a prendere acqua. Una sete strisciante comincia a farmi compagnia. Non trovo le bottiglie ma un fiasco di barbera è li mezzo pieno invitante e pronto a essere preso. senza stare a pensarci troppo lo prendo e comincio a tracannare il vino con tutto l'impeto che mi dà la sete inestinguibile. Fatta una bella bevuta riparto con vigore. A mezzo giro comincio a sudare come mai mi capita. Nelle salite mi scivolano le mani dal manubrio e ho il mio bel daffare a stare in assetto nei tornanti in discesa.
La gamba gira e tutto sommato mi pare che le cose si stiano mettendo bene. Con il passar delle ore la parte finale della gare si avvicina. Turnisti sfrecciano con rinnovato agonismo. Un pò mi da fastidio essere passato così. Ad un certo punto dopo l'ennesimo sorpasso allungo anch'io il passo è comincio a stare in scia al filante biker di turno. Lo osservo mentre pedala. La prima differenza che salta subito agli occhi sono le gambe liscie oliate e pulite mentre noi che siamo sulla bici tutto il giorno siamo un tutt'uno di polvere e morchia di olio di catena. Gli stò dietro e senza neanche tanta difficoltà in salita allungo e lo passo nel punto più tecnico. Non è che ci voglia molto a girare così, per cui giusto per ristabilire le gerarchie lo lascio dietro per tutto il resto del giro. Alla fine di questo io tiro dritto a continuare mentre lui svolta a farsi dare il cambio...Sforzare così non serve a nulla per la classifica però fa bene al cuore...
Finalmente intorno alle otto si comincia a saper qualcosa della classifica : altro che in testa... sono quarto o quinto. E' vero che chi stava andando forte nelle prime 12 ore è scomparso dai primi posti, però nel frattempo altri, non controllati adeguatamente intanto sono andati avanti.
Il risultato è che fra stop e altro questi si sono presi un bel vantaggio. Cerco di farmi fare il quadro esatto dagli occasionali assistenti che trovo giro dopo giro ma è come se stessero dando i numeri del lotto : il n. 123 è al comando a 30 min... una altro mi dice che è il 135, altri due danno per certo che invece questi sono indietro di un giro e che in testa c'è il tal... Insomma mi subentra prima una gran confusione, poi lo sconforto e quindi la rabbia perchè non so che cosa fare nelle 5 ore rimaste.
Se pure il divario fra me e il primo è di mezzora, nella decina di giri che sicuramente sarò in grado di percorrere occorrerà andare tre minuti più veloci di questo a giro.
Cosa per me possibilissima, se sono assistito adeguatamente e tenuto costantemente informato dell'evolversi degli eventi , almeno da questo momento in poi.
Questa condizione essenziale però non si potrà creare. Il buon Walter è dovuto andar via e così Giuliano. Ci vorrebbe gente esperta e attenta ma purtroppo per me nel punto di assistenza ci sono solo un eterogeneo gruppo di amici di altri partecipanti.Seguono distrattamente l'evolversi della gara e l'aiuto che ti danno non può essere che generico. Perdo molto tempo anche a rifornirmi di acqua e a mangiar qualcosa.
Stress e fatica in condizioni del genere fanno in fretta a farsi sentire , comunque il passo che mantengo è buono. Il problema alla cassetta del pacco pignoni è sempre presente ma si è stabilizzato. Riesco a evitare il trascinamento della catena incrociando i rapporti in discesa e continuando a pedalare senza interruzioni.
All'ultima ora pare che non abbia più di 12 minuti di ritardo dal primo. Questi è il n 138 che ho doppiato agevolmente poco prima. Segno che aveva preso alcuni giri di vantaggio. Sicuramente al primo mattino, quando sono rimasto fermo un ora.
Comunque allungo per quel che posso e all'una, mezzora prima del termine inizio l'ultimo giro che sarò in grado di terminare : il quarantunesimo. Lo terminerò all'una e 27 , e con esso la mia 24 ore. Anche chi arriverà rispettivamente primo e secondo si fermeranno a 41 giri, : la classifica la farà un pugno di minuti. Cosa incredibile per una corsa di 24 ore.
Tirando le somme mi rimane un grosso rimpianto. Se ci sarà una prossima volta preparerò meglio questo evento. Con un mezzo a punto di gomme e meccanica e soprattutto un assistenza preparata avrei fatto moltissima strada in più faticando molto di meno. Due anni fà infatti la 24 la vinsi con oltre un ora di vantaggio. Anche stavolta sarebbe potuto andare così, perchè la forma fisica certo non mi è mancata.
Comunque un omaggio al vincitore, un simpatico biker argentino .
Ammettiamolo: bisogna saperle prenderle ogni tanto...